3 grafici da evitare in un poster scientifico e come migliorarli

 

I poster scientifici sono molto richiesti a dottorandi e ricercatori all’interno dell’accademia.

Pochi però sanno rappresentare al meglio i dati che vogliono comunicare: spesso si tende infatti a fare un copia-incolla dei grafici presenti nel paper. Una soluzione rapida che, purtroppo, per i poster scientifici non funziona.

Quali grafici non funzionano e perché

La tentazione di riportare tutti i dati emersi dalle proprie ricerche è forte e sempre presente. Bisogna tenere presente però che nei poster scientifici è meglio sacrificare un po’ di accuratezza e puntare sul cosiddetto “colpo d’occhio”. Se le persone si interessano al nostro poster e lo comprendono senza difficoltà, approfondiranno sicuramente i dettagli leggendo il paper.

Vediamo tre esempi di grafici (con i medesimi dati) che sarebbe meglio evitare nei poster scientifici.

Ci sono tre caratteristiche negative accomunano questi grafici:

  1. Sono difficili da leggere: l’occhio scorre prima sugli assi, poi sui dati e poi di nuovo sugli assi per ricondurre i dati ai relativi Paesi.
  2. Sono “rumorosi”: ci sono troppi elementi grafici che distraggono il pubblico.
  3. Sono visivamente piatti: i colori non evidenziano nessun dato in particolare.

 

Come migliorare i grafici?

  1. Il colore. Cosa vogliamo comunicare? Ci interessa evidenziare il dato più alto? Il dato più basso? Oppure dove si colloca l’Italia? Il colore ci viene in aiuto: assegniamo un altro colore alle informazioni che devono risaltare.
  2. I dati e le etichette. Nella nuova visualizzazione grafica abbiamo veramente bisogno di tutte le etichette con i dati di tutti i Paesi? Meglio inserire solo quelli che ci permettono di comunicare in modo chiaro il nostro concetto. Inoltre, le etichette oblique (e verticali) disposte sull’asse delle ascisse (x) sono difficili da leggere, soprattutto su un poster.
  3. Less is more. Ripuliamo il grafico da tutti gli elementi (superflui) di disturbo come il colore dello sfondo, le righe verticali e orizzontali all’interno del grafico e le micro-etichette dei dati sopra ogni barra. Le linee all’interno dell’ultimo grafico, per esempio, possono creare confusione: si usano convenzionalmente per visualizzare i dati su una linea temporale (mesi o anni) e non per le categorie (Paesi).
  4. Creatività. Nell’esempio i grafici rappresentano diversi Paesi e i relativi dati. Quindi perché non presentare queste informazioni geografiche sotto forma di mappa?

 


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